domenica 28 aprile 2013

domenica 21 aprile 2013

il lavoro del cuoco

Lavoratoriiiii........

Mio nonno una volta mi disse che esistono due tipi di persone: quelle che svolgono un lavoro e quelle che se ne prendono il merito. 
Mi suggerì di far parte del primo gruppo, c'era meno competizione

[Indira Gandhi 1971-1984]

lunedì 8 aprile 2013

I Tenenbaum


Tenenbaum


New Yorkanni settanta: Royal Tenenbaum e la moglie Etheline hanno tre figli piccoli, Chas, Margot e Richie, dotati di un grandissimo talento. Il primo a 12 anni è già un genio della finanza, la seconda è una talentuosa drammaturga e il terzo un campioncino di tennis. Ma il tempo passa e le cose cambiano: a causa delle continue scappatelle di Royal, i genitori si separano, i tre ragazzi crescono e il loro talento svanisce. 

Chas, vedovo con due figli, Ari e Uzi, è ossessionato dai pericoli; Margot, sposata ad un noioso accademico, non scrive più e si perde in un malinconico declino; Richie sembra badare solo al suo falco addestrato. Ma un giorno, dopo molti anni di assenza, Royal si ripresenta alla famiglia per cercare di salvare quel che può essere ancora salvato.
[Wikipedia]


Gruppo Settembrini

domenica 7 aprile 2013

Bistronomia parigina

Bagliori di bistronomia parigina con Passerini e Nastri a Roma (scatti di gusto)

Me e Lui

La serata conclusiva della festa che ha animato per dieci giorni via Settembrini è stata pirotecnica. Nella modalità delle cene a quattro mani, Gigi Nastri ha incontrato quelle di Giovanni Passerini, l’italianissimo chef del parigino Rino, uno dei ristoranti che ha contribuito al movimento della bistronomie.


Pera pepe capra e pecora - Grande piatto di Giovanni


L’aria che si respira al ristorante Settembrini in effetti è romantica e sognatrice aiutata da clima mite, candele e Tevere lì vicino a ricordare la Senna. Che Settembrini abbia tutte le carte in regola per diventare esempio della bistronomia italiana, a bene vedere, è stato più volte detto: la cucina di Luigi Nastri sa ben giocare su quegli stilemi, il locale curato non ha inutili fronzoli ed anche il quartiere romano si presta alla perfezione. 

Gli ingredienti erano quanto mai eterogenei, tuttavia durante la cena la percezione è stata di una costante continuità. Quasi impossibile riconoscere le preparazioni dell’uno e dell’altro chef, dimostrazione che forse i tempi sono maturi per giocare con la bistronomie anche da queste parti


Scampi, fichi, latte fermentato e acetosella (Passerini): freschezze e acidità, parte sulla clorofilla acida dell’acetosella, vira sull’acidità rotonda del latte fermentato in cui spinge il fico infuso nell’olio, chiude lungo sullo iodio dello scampo che all’inizio pare un po’ sacrificato

Manzo, cenere, funghi e ricci di mare (Nastri): la cenere è di porro, il manzo è scottato solo da un lato preservando morso e piacevolezza della carne, il fungo porcino crudo gioca con i sentori di bosco già richiamato dalla cenere, il riccio esalta una preparazione molto equilibrata.

Raviolo di cavolfiore e polpo (Nastri): un bel piatto con consistenze millimetriche, il polpo cotto a bassa temperatura è croccante e sapido, la cicorietta recupera sull’amaro e ribilancia la farcia liquida del cavolfiore dolce e pulita.

Tortellini di pesce affumicato, acqua di pomodoro e foie gras (Passerini): il pesce è sgombro, pulito e dall’affumicatira gentile, il foie gras è pochè suadente e ferroso, la salicornia gioca sul verde e sulla consistenza, l’acidità dell’acqua di pomodoro conferisce equilibrio.

Anatra, carota piccante e liquirizia (Nastri): petto d’anatra e carota in varie forme, centrifugata, in crema e croccante dove trovare il piccante, la salsa di liquirizia dolce e amara fa girare un piatto che funziona.

Pera e pepe, capra e pecora (Passerini): facile dire “al contadino non far sapere…” In questo caso si deve dire, grande equilibrio tra carpaccio di pere e composta, gelato di capra grasso a giocare con la sapidità del pecorino grattugiato, l’aciditá dell’olio e la presenza importante del pepe.

Ufficio di collocamento

Camilla Baresani scrive:

Settembrini a Roma: bar, ristorante, libreria e ufficio di collocamento della Rai


Ristorante Settembrini all'ora di pranzo

Non si esce a mangiare solo perché si è lontani da casa, per curiosità da gourmet, per frigo vuoto. Lo si può fare per sentirsi dire “buonasera dottore” da un vecchio cameriere rodato ai nostri gusti, che riesce a darci un’aria di famiglia più di quanto accada nella nostra stessa casa. Ma c’è anche chi che va al ristorante perché lo considera una sorta di ufficio di collocamento.

È il caso di gran parte dei frequentatori di Settembrini, a Roma: costumisti, giornalisti, sceneggiatori, presentatori nel cono d’ombra, direttori, agenti, produttori, assistenti e comunque tutto il bosco e sottobosco che ruota o vorrebbe ruotare intorno al mondo Rai, intesa come radio, televisione, cinema e politica. Ci si va per esserci e dunque esistere, farsi tener presente e farsi presentare a…


Soprattutto ci sono i tavoli esterni, ideali per i narcisi che vogliono essere riconosciuti e salutati da tutti, e per quelli con l’animo da portinaia che controllano chi entra e chi esce.


Settembrini è un luogo elitario in maniera democratica, forse perché nella proprietà c’è Marco Ledda, figlio di Romano, che fu membro della direzione del PCI. Per dare la possibilità ai suoi clienti di stringersi in un network che includa dalla segretaria al Presidente, offre vari livelli di consumazione.
C’è la libreria con aperitivi ricercati e monopiatti da 10 euro,
C’è il bar/pasticceria/bistrot/paninoteca
C’è il ristorante.


E il cibo?
Non male. Non eccita e non deprime, spesso adagiato su mode culinarie prossime a essere sorpassate, ma discretamente eseguito e sostenuto da un uso di materie prime di buona qualità.
Prezzi per tutte le tasche. Al ristorante, di sera, con un menu più ricercato, in media 60 euro.